Rocca Pisana - Tutto Restauro

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Rocca Pisana

Villa Pisani detta la Rocca Pisana, Lonigo (VI), tra le prime opere di Vincenzo Scamozzi, è senz'altro il suo capolavoro.  
Committente il patrizio veneto Vettor Pisani, la sua costruzione risale al 1576 , ed è diffusamente descritta nel suo famoso trattato del 1615
“L'idea dell'architettura universale”.

Il degrado
Siamo stati contattati per risolvere un grave problema nella cupola della Rocca Pisana che affliggeva ormai da tempo indefinito la volta interna, non risolto dai vari interventi nel corso del secolo scorso.
L'intonaco della volta interna si presentava molto degradato e sollevato in più punti con grandi macchie di varia natura. Le sole probabili infiltrazioni dalla copertura non spiegavano completamente il fenomeno, e inoltre le tegole romane originali sulla cupola non potevano ovviamente essere rimosse.
La soluzione del problema appariva complessa perché influenzata da numerosi elementi, tra cui il microclima interno alla cupola perfettamente semisferica, con un diametro di circa 10 metri. Ricordiamo che l'oculo della Rocca Pisana è aperto come in origine,  mentre la Rotonda del Palladio successivamente è stata dotata di lanterna. ( E' curioso notare che in ogni caso è stato ancora lo Scamozzi a completare la cupola della Rotonda alla morte del Palladio, come altre opere lasciate inconcluse dalla morte improvvisa del genio della architettura veneta).
Sostanzialmente c'erano due ordini di problemi: il primo legato all'intonaco interno all'interno della cupola a base di cementizia, residuo di lavori eseguiti nel dopo guerra, periodo in cui il "cemento" era considerato un "risolvitutto" nell'edilizia. E' notorio ormai, ma non da molto tempo, che il cemento, proprio per le sue aratteristiche chimico fisiche,  ha una incompatibilità "congenita" con i materiali storici. E alla fine sorgono una serie di problemi che vediamo evidenti sugli edifici storici.
In secondo ordine, il manto di copertura esterno della cupola, costituito da ancora dalle tavelle originali del '500, era   interessato da un forte  presenza di patina biologia e di vegetazione, alcuni elementi erano rovinati  o semplicemente, con il passare dei secoli, si erano erosi.  In pratica il manto in laterizio aveva ridotto di molto la sua  funzione di allontanamento delle acque meteoriche.

L'intervento
Per quanto curioso possa apparire, la direzione ci è stata indicata dallo stesso Vincenzo Scamozzi.
Nel suo trattato ha lasciato puntuali descrizioni della sua Villa, e in generale di tutti i materiali da adottare anche per la loro conservazione.
L'intervento è stato coordinato per lavorare in contemporanea sia nella parte interna che esterna della cupola.   
All'interno della volta, con molta cautela si è sostituito la malta fatiscente cementizia, con un intonaco preparato con le antiche ricette: cocciopesto  e  intonachino alla calce.  Sopra la cupola si è prestato massima attenzione alla pulizia e al recupero della efficienza delle singole Tavelle Romane, riprendendo ad una ad una con impasto a base di pozzolana, i giunti  deteriorati. Mano a mano che il lavoro proseguiva, si sono trovate le tracce dell'antico cantiere, che chi è del mestiere ne conosce l'importanza fondamentale per un corretto intervento, fino alla scoperta sul cornicione.

 
 
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